La necessità di realizzazione di Opere Pubbliche o di Utilità Pubblica, la scarsità di risorse finanziarie degli Enti, ha prodotto una maggiore collaborazione fra settore p-Pubblico e Privato , non solo al fine di reperire risorse finanziarie aggiuntive, ma anche e sopratutto per finalità di natura più operativa e gestionale, quali a solo titolo esemplificativo:

Partecipazione del settore privato in tutte le fasi della progettazione e realizzazione dell’infrastruttura e dell’erogazione dei relativi servizi, usufruendo dello specifico know-how maturato dall’impresa privata;

Ottimizzazione dei costi globali per il settore pubblico;

Condivisione dei rischi tra settore pubblico e privato.

A tale risultato ha contribuito in modo decisivo la diffusione del denominato “PROJECT FINANCING”.

Nelle operazioni di PROJECT FINANCING il soggetto Privato, nella sua veste di concessionario, consegue i proventi derivanti dalla Gestione, che sono strumentali alla copertura dei costi di realizzazione dell’infrastruttura ed alla remunerazione dell’attività svolta.

La norma affida all’Operatore Economico, quale  Promotore, l’onere di predisporre il Piano Economico e Finanziario “ PEF “ quindi di valutare la convenienza e fattibilità dell’iniziativa in termini di capacità di creare effettivo valore per i propri azionisti.

Il dossier tecnico nel suo insieme, composto dal “ PROGETTO PRELIMINARE, DALLA BOZZA DI CONVENZIONE E DAL PEF elaborato assume basilare rilevanza per l’Amministrazione affinché la stessa si possa esprimere sulla qualità complessiva dell’iniziativa e della proposta del Promotore. Infatti, il Piano Economico e Finanziario non rimane atto interno all’impresa, ma costituisce elemento essenziale per la proposta, imponendone la relativa ASSEVERAZIONE da parte di soggetti indipendenti (società di revisione o istituti di credito).

Una delle finalità più importanti del Piano Economico e Finanziario, nell’ambito delle operazioni di finanza di progetto, è quella connessa al reperimento delle risorse finanziaria necessarie all’investimento iniziale ed alla sua gestione.

Il Piano Economico e Finanziario è il documento che contiene gli elementi di natura economica e finanziaria su cui si basa l’iniziativa di PROJECT FINANCING, nel quale vengono descritte le modalità con cui il progetto genera flussi finanziari ed economici necessari per la copertura dei costi di gestione, il rimborso del prestito e la distribuzione di dividendi agli azionisti.

Il PEF è composto  di due parti, una descrittiva delle ipotesi di base e dei risultati attesi e l’altra numerica, è redatto attraverso la definizione di ipotesi endogene, come i ricavi, in termini di volumi prezzi o tariffe, di costi fissi, variabili o di struttura, di tempi di realizzazione dell’opera, struttura delle fonti di finanziamento, di eventuali contributi pubblici al progetto ed esogene, come le ipotesi inflazionistiche, le variabili finanziarie, tassi di interesse, tassi di cambio, il regime fiscale

La redazione del Piano Economico e Finanziario si sviluppa attraverso la costruzione di conti economici, stati patrimoniali e flussi di cassa per tutti gli anni della durata della concessione.

L’elaborazione è ripartita in più step consequenziali:

1. Quantificazione e trasposizione negli schemi di bilancio e nel flusso di cassa operativo dei valori connessi alla costruzione e gestione del progetto;

2. Quantificazione e trasposizione negli schemi di bilancio e nel flusso di cassa netto dei valori inerenti la dinamica finanziaria dell’investimento;

3. Calcolo degli indici per l’analisi della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria.

Il  primo step viene sviluppato analizzando ed elaborando una serie di scenari

  1. a) Determinazione dei parametri macro-economici di riferimento
  2. b) Programma degli investimenti e degli interventi di manutenzione straordinaria,
  3. c) Stima dei ricavi di esercizio,
  4. d) Stima dei costi operativi:
  5. e) Imposte: dirette (IRES e IRAP) e indirette (IVA, imposta di registro, ecc.);
  6. f) Modalità di ammortamento
  7. g) Determinazione della dinamica del Capitale Circolante Netto (CCN)

Il secondo step è la selezione delle Fonti di Finanziamento , ovvero delle risorse finanziare da acquisire necessarie per la realizzazione dell’ Opera e la sua Gestione, suddividendoli fra debito, capitale di rischio ed altri mezzi propri.

Il terzo step riguarda la  convenienza economica dell’iniziativa per gli azionisti.

Per una coerente elaborazione di un PEF bisogna analizzare e discernere molteplici scenari e dati di input:

  • ipotesi relative alla tempistica (anno di inizio costruzione, anno di fine costruzione, anno di fine concessione, etc.);
  • ipotesi tecniche (costi di investimento);
  • ipotesi di gestione operativa (ricavi operativi, costi operativi, utenze, tariffe, etc.);
  • ipotesi di gestione finanziaria (tasso d’interesse, linee di credito, margini sul tasso d’interesse, commissioni bancarie, fattore di sconto, struttura finanziaria, contributo pubblico, etc.);
  • ipotesi fiscali (imposizione fiscale, metodi e aliquote d’ammortamento);
  • ipotesi su riserve (riserva legale, riserva di cassa, riserva di cassa a servizio del debito);
  • ipotesi relative al capitale circolante (tempi medi di pagamento e incassi)

Gli indicatori/indici che scaturiscono dall’analisi di un PEF sono oggetto di attenta valutazione da parte dell’AMMINISTRAZIONE.

In riferimento ai seguenti indici:

Valore Attuale Netto (VAN)

Il calcolo del Valore Attuale Netto collegato ad una specifica iniziativa prevede normalmente un procedimento articolato in due passaggi:

  • il primo, in cui la valutazione viene svolta considerando il progetto di investimento nell’ipotesi di finanziamento con apporto esclusivo di capitale proprio (ipotesi all equity); in tal caso il tasso di attualizzazione da impiegare rispecchierà il solo costo del capitale di rischio, corrispondente al rendimento richiesto dagli azionisti in assenza di indebitamento (VAN unlevered);
  • il secondo passaggio considera invece la possibilità di ricorso a fonti di copertura esterne in aggiunta ai mezzi propri messi a disposizione dagli azionisti (VAN levered)

Un VAN positivo o pari a zero testimonia, in sostanza, la capacità del progetto di liberare flussi monetari sufficienti a ripagare l’esborso iniziale, remunerare i capitali impiegati nell’operazione e lasciare eventualmente risorse disponibili per altre ulteriori destinazioni.

Qualunque investimento produca quindi un VAN >= 0 crea valore.

Tasso Interno di Rendimento (TIR).

Il Tasso Interno di Rendimento (TIR) viene definito come il tasso di attualizzazione in corrispondenza del quale il risultato economico di un’operazione si annulla (VAN pari a zero).

Il criterio di valutazione in esame prevede il confronto fra il TIR calcolato per il progetto e un tasso soglia che, coerentemente con quanto esposto a proposito del VAN, corrisponderà al costo stimato del capitale investito. Dal punto di vista economico finanziario, dunque, un criterio per valutare se la realizzazione dell’investimento sia o meno conveniente è la presenza di un rendimento, misurato dal TIR, superiore o al più uguale al costo delle fonti necessarie per finanziarlo.

La sostenibilità finanziaria di un progetto può essere espressa anche in termini di bancabilità, facendo riferimento ad indicatori capaci di valutare il margine di sicurezza su cui i soggetti finanziatori possono contare per essere garantiti sul pagamento del servizio del debito. Il confronto fra le ipotesi di ricavo e di costo operativo e delle entrate e delle uscite definisce l’andamento della redditività dell’investimento per tutti gli anni oggetto d’analisi e previsione. La capacità di rimborso del debito è misurata da alcuni indicatori finanziari fra cui occorre citare il DSCR e LLCR.

Il Debt Service Cover Ratio (DSCR) esprime il cosiddetto servizio annuale del debito ovvero la capacità del progetto di rimborsare la rata di debito relativa all’anno corrente. Per ciascuno degli anni della fase di gestione del progetto, esso è pari al rapporto tra il flusso di cassa operativo ed il servizio del debito costituito dalla rata.

Valori del DSCR superiori o pari ad 1,20 evidenziano una congrua capacità del progetto di rimborso della rata. Il valore minimo del quoziente, per risultare conveniente, non può comunque essere pari ad uno poiché in tale caso risulterebbe compromessa, fino al totale rimborso del debito, la possibilità di erogare dividendi agli azionisti.

Il  Loan Life Cover Ratio (LLCR) rappresenta il quoziente tra la somma attualizzata al tasso di interesse del debito, dei flussi di cassa operativi tra l’istante di valutazione e l’ultimo anno per il quale é previsto il rimborso del debito incrementata della riserva di cassa per il servizio del debito e il debito residuo allo stesso istante di valutazione

Inoltre, è necessario verificare l’attendibilità del Piano Economico e Finanziario attraverso analisi di sensitività, cioè attraverso la misurazione delle conseguenze derivanti dalla volatilità delle variabili ritenute fondamentali per la realizzazione del progetto. Per effettuare confronti si programmano scenari ottimistici e pessimistici, con calcolo degli indici finanziari nel caso dei diversi scenari ipotizzati

I parametri economici e finanziari di progetto analizzati costituiscono la base affinché tutti i soggetti, coinvolti nella iniziativa di project, interessati al successo della stessa siano consapevoli della reciproca convenienza  sulle base di una situazione di trasparenza per ciascuno dei protagonisti, realizzando il risultato perseguito.